FESTA DELLA POTATURA: IL VINO SI METTE A NUDO

La Festa della Potatura celebra idealmente l’inizio della lunga stagione che porta la vite a generare l’uva, che poi si trasformerà in vino, e allo stesso tempo l’avvio dei primi imbottigliamenti della vendemmia precedente. Si tratta perciò di un momento fondamentale per i vignaioli nel giudicare i frutti del percorso svolto e pianificare quello che verrà.

Faccio questa premessa per raccontare un evento – ospitato il 19 e 20 marzo dall’hotel Tuscany Inn di Montecatini Terme – che non solo presenta riserva a operatori e appassionati una rassegna di ottimi vini artigiani, ma promuove innanzitutto il confronto e lo scambio fra produttori uniti da una stessa etica del lavoro. Nella filosofia dei gottari (soprannome che il gruppo si è assegnato) il termine “naturale” racchiude veramente un significato completo, fatto di sostenibilità, di storia personale e collettiva, di recupero del territorio. Il fil rouge comune resta l’approccio basato sul minimo intervento in vigna e in cantina, aiutando la pianta – e in seguito il suo succo – a fare “da sé”, senza forzature umane. Gli strumenti ormai sono noti, per chi segue questo settore: sostegno alla vitalità dei suoli, fermentazioni spontanee, uso di soli lieviti indigeni, bando di ogni preparato di sintesi, solfitazione assente o ridotta all’osso e via dicendo. Una cassetta degli attrezzi condivisa da cui si dipanano le singole esperienze e narrazioni, tutte però figlie dell’esigenza di cercare – come i protagonisti de “L’attimo fuggente” – sentieri meno battuti (e non solo in senso metaforico).

Esemplare l’itinerario del giovane Manuel Pulcini (gottaro della prima ora e principale ideatore dell’evento), di origini laziali, che dopo gli studi all’Università di Pisa si dedica alla riscoperta vinicola delle vicine colline lucchesi, e conduce la sua attività affittando appezzamenti sparsi e spesso in disuso, con un duplice obiettivo: combattere l’abbandono delle terre e stimolare – se possibile – i proprietari stessi a intraprendere la produzione in modo autonomo, come accaduto con l’azienda La Mimosa, oggi al suo esordio in una manifestazione. Conoscenze che si ereditano e si tramandano, anche all’interno della famiglia Pulcini, con il padre e il fratello di Manuel – rispettivamente Carlo e Simone – che sui medesimi principi vogliono rilanciare la viticoltura di qualità nel luogo di casa, la campagna di Frascati, di grande tradizione ma oggi lontana dai piani nobili del panorama italiano.

Risalendo dalla Lucchesia verso le Alpi Marittime, l’importanza di un maestro ispiratore si conferma cruciale anche per Giulia Marangon, enologa allieva del cortonese Stefano Amerighi – leggi syrah e biodinamica – che sceglie come campo d’azione le alte colline della provincia di Massa-Carrara – a pochi chilometri dalla natia Liguria – per il suo progetto Terre di Confine. “Naturalmente eroiche” è la frase che accompagna il nome aziendale, a sottolineare sia la complessità (i filari gestiti, di età fra i 40 e gli 80 anni, si trovano in zone impervie e di non facile accesso), sia il carattere tutto al femminile dell’impresa. Proprio in Liguria, nell’area di Levante – forse in ragione della suo profilo aspro e riottoso – si trovano alcune fra le realtà più rappresentative dello spirito gottaro: le cantine La Ricolla, Giorgia Grande, Terra della Luna. Estrosi e tenaci, impegnati a strappare dall’incuria micro-appezzamenti disseminati fra monti e costa, i tre vignaioli traggono spunto dalla cultura contadina per riaffermare il volto autentico della loro regione, fatto di sostanza, concretezza e massima valorizzazione delle uve ottenute dopo così tanto sforzo.

I vini figli di questa corrente sono in media snelli, accessibili, ricchi di materia e rispettosi dell’annata. In particolare resta nitida l’impressione che si sta bevendo qualcosa di vivo, pulsante e nudo, privo di orpelli; impressione rafforzata dai colori accesi che accompagnano quasi tutte le etichette. A volte il primo sorso lascia disorientati, ma non bisogna avere fretta, concedendo al palato un momento di meditazione: verranno fuori lati nascosti dei vitigni e suggestioni insolite, capaci di solleticare e divertire l’animo del consumatore più attento e curioso di nuovi sapori. E anche il mercato inizia a rispondere con sempre maggior interesse.

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