IL MERCATO DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI TORNA A ENTUSIASMARE

Una lunga coda all’ingresso è la migliore prova di quanto fosse attesa questa decima edizione del Mercato dei Vini di Piacenza. Lo stop dello scorso anno dovuto all’emergenza sanitaria non ha scalfito l’affetto del pubblico, ripagato con una presenza ancora più ampia di “vignaioli indipendenti”, stavolta distribuiti su due padiglioni per favorire il distanziamento e il rispetto delle misure di sicurezza. Ben 680 le cantine espositrici alla consueta sede di PiacenzaExpo, per un numero di visitatori che ha superato le 20.000 persone in tre giorni di fiera.

Un appuntamento che non rappresenta solo un’occasione di degustare ed acquistare vini provenienti da ogni parte d’Italia, ma fa parte di un percorso portato avanti dalla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) fin dalla sua nascita: il sostegno e la promozione di un’agricoltura ecosostenibile, rivolta alla tutela dell’ambiente. E parlando con i produttori si avverte davvero come questo ruolo di presidio sia da loro molto sentito, in contrapposizione alle logiche commerciali che troppo sovente regolano il mondo del vino e che rischiano di omologarlo, tra disciplinari cambiati in base alle mode passeggere, aggiustamenti forzati di annate dall’andamento non gradito e altro ancora.

Così ogni dialogo raccolto in mezzo agli stand testimonia la vera forza della FIVI: che sia il salvataggio di una vigna trascurata o in stato di abbandono, la riscoperta di un vitigno storico quasi dimenticato, la ripresa di un vecchio terrazzamento, il recupero di pratiche tradizionali di vinificazione, l’adozione della policoltura, tutto opera attorno alla conservazione del paesaggio e alla difesa della biodiversità, unici elementi in grado di garantire un prodotto dal profilo autentico e, con esso, un futuro all’intero comparto. Le tavole rotonde di approfondimento allestite durante la tre giorni di Piacenza e il premio “Vignaiolo dell’anno” (quest’anno assegnato al marchigiano Ampelio Bucci) diventano perciò un omaggio agli attori principali di questo evento, focalizzando l’attenzione sulle loro storie, sulle loro imprese quotidiane e sul loro insegnamento.

Non si creda però che la visione degli aderenti al manifesto della Federazione sia ancorata solamente al passato. Al contrario, le tecniche moderne giungono spesso in aiuto dell’obiettivo finale, e stretta è la collaborazione con vari istituti universitari e di ricerca. Il progetto pluriennale “FIVI 4 future” mira appunto a sviluppare buone prassi in vigna tramite l’analisi scientifica: è ad esempio in corso un programma (a cui contribuiscono gli stessi vignaioli) di monitoraggio e mappatura a livello nazionale sui principali organismi nocivi alla vite, utile a incentivare lo studio e l’utilizzo di strategie difensive a minor impatto – come gli insetticidi biologici – senza ricorrere alla chimica. Altro fronte di attività vede la FIVI impegnata a fare rete per chiedere un alleggerimento degli obblighi burocratici che le piccole imprese del settore devono affrontare, estremamente dispendiosi per tempo e risorse, nonché per mantenere aperto un confronto a livello politico sulla necessità di adeguare le normative in numerosi ambiti (enoturismo, rappresentatività nei consorzi, etichette trasparenti, ecc.).


Partecipare al Mercato dei Vini assume dunque un significato più ampio della semplice presenza a una fiera enologica, per trasformarsi in una scelta etica e di responsabilità che coinvolge anche gli operatori e gli appassionati, felici di portare il loro sostegno a un movimento in costante crescita.

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